E' una vera stranezza botanica il cipresso che sorge difronte all'ex convento francescano di Ischitella, nel foggiano.
L'albero si erge verso l'alto privo di foglie e appare indurito al punto da sembrare pietrificato. Le sue radici sono aeree e secondo alcuni sarebbero un proseguimento di quelle sotterranee, mentre per altri queste sarebbero le uniche e sotto terra esisterebbero ancora i rami.
Gli abitanti del posto raccontano un'antica storia risalente al 1216 quando San Francesco d'Assisi, in occasione del pellegrinaggio alla Grotta di San Michele a Monte Sant'Angelo, visitò il Gargano e sostò in questo paese. Nel punto in cui oggi sorge questo curioso albero, il Santo piantò il suo bastone e disse «In direzione di questo bastone sorgerà la porta della chiesa di un convento». Il bastone attecchì e si trasformò in un albero maestoso, difronte al quale fu costruito il convento profetizzato.
La popolazione divenne talmente devota verso l'albero che il demonio, per gelosia, richiamò vento e tempesta e tentò di abbatterlo. A questo punto l'albero si capovolse, le sue radici finirono in aria e i suoi rami sprofondarono sotto terra, ma l'albero capovolto continuò a crescere diventando il simbolo del processo di manifestazione cosmica, citato anche in antichissimi testi Indù, e da Dante Alighieri (Purgatorio).
Ad ottobre, nel centro storico di Ischitella, luogo reso suggestivo da stradine strette e case bianche a terrazza, si tiene la festa religiosa dedicata a San Francesco, durante la quale vengono evocati miti e rituali lontani appartenenti al passato. E’ una festa di chiesa, di piazza e di casa che, attorno all’albero capovolto, permette di ascoltare la voce dei secoli e ritrovare i sentimenti di un tempo con una gestualità simbolica che si è ripetuta nel corso degli anni.
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