Il Santuario di San Michele Arcangelo: la Grotta che suggestiona gli animi

Quindici secoli di storia concentrati nel più celebre santuario dedicato all'Arcangelo Michele.

In Puglia sul Monte Gargano, nella città di Monte Sant'Angelo, sulla sommità di un massiccio montuoso, la singolare Basilica, costruita attorno ad una grotta naturale, suggestiona gli animi con un complesso di costruzioni risalenti a varie epoche.

 

La letteratura legata a questo luogo di culto e di mistero, trasformato nel corso dei secoli in meta di pellegrinaggio, racconta di quattro apparizioni dell'Arcangelo Michele, la prima delle quali risalente al 490.

 

Si narra di un mandriano che, radunato il suo gregge, si accorse di aver perso un toro e così iniziò a cercarlo in tutti i luoghi meno accessibili. Lo trovò sulla sommità di un monte difronte ad una grotta e, mosso dall'ira, provò a colpirlo con una freccia, ma questa gli si ritorse contro. Scosso dall'evento il mandriano si recò dal vescovo riferendo l'accaduto, l'ecclesiastico ordinò tre giorni di preghiere e di digiuno. Al terzo giorno di penitenza devozionale avvenne la seconda apparizione dell'Arcangelo Michele al vescovo, che disse:

 

«La caverna è a me sacra...Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini. Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Va', perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano».

 

Questa è la spinta devozionale che motivò la costruzione del Santuario. Un complesso dalle forme preromaniche, che presto iniziò ad attrarre diversi eremiti, pronti a stabilirsi in quella zona con le loro abitazioni e i loro sepolcri.

Tra il VII e l'VIII secolo sorse la basilica, alla quale si arrivava passando per la chiesa originaria. Nel XIII secolo furono gli Angioini a trasformare la sacra struttura in quello che si può ammirare oggi.

 

Una volta entrati nel santuario, ci sono cinque rampe di scale molto ripide, costeggiate da sepolcri parietali, qui sono contenuti i resti di personaggi illustri del periodo medioevale, seguono 89 gradini che conducono alla porta bronzea che precede l'accesso alla grotta. Oltre la porta c'è una navata gotica a tre campate, con archi a sesto acuto e volte a crociera.

 

Anche San Francesco d’Assisi si è recato in visita a San Michele Arcangelo, ma non sentendosi degno di entrare nella grotta, si fermò in preghiera e raccoglimento all’ingresso, baciando la terra e incidendo su una pietra il segno di croce in forma di “T”.

 

Patrimonio dell'UNESCO e riconosciuto dalla National Geographic Society come una delle grotte più belle del mondo, questo affascinante luogo non può che arricchire il visitatore, che sia devoto o meno, di un'esperienza emozionale intensa e totalizzante.

 

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