La Salina di Margherita di Savoia è antichissima, di essa ne parla anche Plinio il Vecchio. Al tempo dell’antica Roma già veniva raccolto il sale che si formava naturalmente, senza alcun intervento umano. Nelle fasi di alta marea l’acqua del mare entrava nelle zone basse del vecchio lago Salpi e successivamente evaporava, depositando il sale che poi sarebbe stato raccolto. L’antica Salapia fu così chiamata proprio perché si trovava nella zona ove si depositava il sale. Lo sfruttamento a carattere industriale della Salina cominciò molto più tardi, quando furono scavati i canali per far entrare l’acqua dal mare e vennero realizzate le vasche per far evaporare l’acqua e per favorire il deposito del sale.
Le Saline di Margherita di Savoia si estendono su di una lunga fascia che corre quasi parallelamente alla costa dell’Adriatico Meridionale per circa 20 chilometri, spingendosi nell’interno per circa 5 chilometri. La superficie totale è di circa 4.500 ettari, di cui 4.000 di superficie utile coperta dalle acque, quest'ultima suddivisa in vasche evaporanti (per un’estensione di 3.500 ettari) e vasche salanti (500 ettari). Gli altri 500 ettari di superficie sono costituiti da strade, argini, aie di ammassamento, officine, uffici, alloggi e quant’altro necessario per la piena operatività degli impianti.
La superficie evaporante serve a portare le acque del mare a saturazione rispetto al cloruro di sodio. L’acqua di mare, infatti, presenta una densità di 3,5 Baumè e si giunge a saturazione ad una densità di 25,7 Baumè alla temperatura di circa 15° C. La rimanente superficie coperta dalle acque costituisce la zona salante nella quale avviene la fase di raccolta. Questa zona viene costantemente alimentata con acqua satura, preparata dalla zona evaporante, che raggiunge al termine della campagna salifera i 30 gradi Baumè. Le vasche evaporanti della Salina hanno superfici e forme variabili a seconda dell’andamento altimetrico del terreno. Le vasche salanti, pur conservando la variabilità nelle superfici, per esigenze di raccolta sono invece perfettamente regolari.
Il terreno è per massima parte argilloso e presenta un elevato grado di impermeabilità. Il movimento delle acque a ciclo continuo viene realizzato sfruttando, nella maggior parte della superficie, il dislivello naturale del terreno. Laddove ciò non sia possibile, sono di ausilio sei idrovore dislocate in varie zone della Salina. La prima di queste stazioni provvede al prelevamento delle acque di mare.
La quantità di acqua di mare utilizzata per la produzione del sale varia a seconda dell'andamento stagionale e si aggira mediamente intorno ai 30 milioni di metri cubi annui. L’acqua di mare, raggiunto il fatidico grado di saturazione a 25,7 Baumè, si riduce a circa un decimo del suo volume; quando invece raggiunge il grado finale di 30 Baumè, il suo volume iniziale si riduce addirittura ad un quarantesimo. Il periodo più favorevole alla produzione del sale va da giugno a settembre. La produzione media annua della Salina di Margherita di Savoia è di circa 6 milioni di quintali, cifre che rendono un’idea sull’estensione e la potenziale produttività della Salina più grande d’Italia.
Guarda il video guida della Salina:
Fonte: http://www.comune.margheritadisavoia.bt.it/
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