Non è vero ma ci credo: l'antico rito dell'affascino in Puglia

Non è vero ma ci credo, la Puglia è anche fatta di riti magici, sortilegi e preghiere che risalgono a tempi immemori.

 

Non importa in che anno siamo, non importa se abbiamo superato l'era della conoscenza accessibile a tutti e dell'informazione take away, certi riti popolari meritano attenzione e rispetto, sono carichi di fascino anche solo per il fatto di aver attraversato secoli, convinto generazioni ed essere entrati a far parte dell'identità culturale di questa terra.

Con approccio scettico o credente, mossi da devozione o semplice curiosità non è difficile affermare che il rito dell'affascino è sicuramente uno dei più seducenti.

 

Cos'è l'affascino?

Il suo nome deriva dal latino fascinum e significa sortilegio, si tratterebbe di un curioso maleficio che prenderebbe vita attraverso le parole o anche solo con uno sguardo, e nasconderebbe un sentimento d'invidia verso chi lo subisce. Potrebbe trattarsi quindi, di un semplice complimento, una lode verso la persona succube, successivamente soggetta a mal di testa, capogiri, stanchezza persistente, sonnolenza e sfortuna in generale.

 

Come scongiurarlo?

Questa specie di malocchio, che in teoria potrebbe derivare anche da un atto involontario, potrebbe essere scongiurato pronunciando la parola "benedica" alla fine del pensiero invidioso, salvando la sfortunata vittima dal sortilegio. Nel caso tale parola non venisse pronunciata, la soluzione sarebbe il rito.

 

Come sciogliere il sortilegio?

La superstizione vuole che, chi conosce l'antico rituale, possa scoprire l'affascino attraverso la disposizione che assumono delle gocce d'olio lasciate cadere in un piatto pieno d'acqua. Il rituale completo ha comunque delle varianti, a seconda della zona geografica di riferimento: c'è chi segna delle croci con il pollice sulla fronte dell'affascinato, chi si serve di sale, chi di forbici, chi di fiammiferi. Un altro elemento costante, oltre all'acqua e all'olio è il sussurrare una preghiera segreta circondati dal massimo silenzio. 

 

Come praticarlo?

Oggi a a praticarlo in Puglia sono soprattutto le signore più anziane che hanno la possibilità di trasmettere il dono guaritore nel giorno del Venerdì Santo e soltanto ad altre tre persone nel corso della loro vita, in caso contrario il potere di neutralizzare il malocchio svanirebbe, sia per chi lo insegna, sia per chi lo impara.

 

In questa terra "farsi fare l'affascino" è una pratica ancora molto viva, naturalmente non è consentito o tollerato alcuno scambio di denaro, le anziane signore mettono a disposizione le loro preghiere sussurrate come atto di gentilezza e premura, basta chiedere e ripagare con un grazie.

 

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