Un trullo, una chiesa dedicata a Sant' Antonio in quel di Alberobello, in Puglia.
Innalzata in pochi mesi nasce nel 1927 sul punto più alto del Rione Monti. Certamente il suo scopo fu simbolico, fu voluta dal sacerdote don Antonio Lippolis che commissionò il lavoro come gesto di ribellione contro quello che, all'epoca, era lo scandalo della diffusione del protestantesimo. Un simbolo quindi contro le eresie del tempo e per questo dedicato a Santo di Padova, definito allora il “martello degli eretici”.
La chiesa si impone scenograficamente. Una piccola scalinata precede l'ingresso suggestivo, segnato da un rosone. Protagonista indiscusso di tutta la visuale esterna è il cono centrale, affiancato da due cappelle laterali con copertura a vela.
L'immagine d'insieme è spettacolare, linee rotonde, morbide e burrose avvolgono con grazia quelle più spigolose. Il bianco abbagliante della calce si alterna e risalta il grigio intenso della pietra grezza pugliese. Un gioiello, che miscela la tecnica costruiva del trullo, ad accorgimenti architettonici più moderni ed ancora, elementi tipici dell’architettura romanico-pugliese.
La cupola centrale svetta in alto per quasi 20 metri, e il suo slancio è ancor più accentuato dal lucernario che segue, intorno a cui ruotano quattro piccole cupole coronate dai pinnacoli. Sulla destra della facciata sovrasta il campanile a trullo, avvolto nel suo corpo cilindrico, poco più basso rispetto alla cupola centrale.
All'interno la pianta centrale dell'edificio è molto sobria, colpisce grazie alla sua semplice raffinatezza. L’unico tocco di colore lo si trova sulla parete dell’altare maggiore interamente rivestita da un affresco del XX secolo raffigurante l’Albero della vita col maestoso Crocifisso.
Difficile trovare qualcosa di simile in tutto il mondo. Da vedere e da vivere, da assaporare abbandonandosi all'idea di raccoglimento e pace che trasmette.
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